Source text in Spanish | Translation by Andrea Brocanelli (#24394) — Winner |
En el libro La sociedad de la transparencia (2012), el filósofo surcoreano Byung Chul Han parte otra vez de la metáfora panóptica de Michel Foucault para desarrollar el concepto del panóptico digital. Se refiere a una nueva visibilidad total que permite ver todo a través de los medios electrónicos, empezando por la intimidad de cada persona. Esto abarca las redes sociales y herramientas de Google –Earth, Maps, Glass y Street View– y YouTube. La hiperconectada Corea del Sur tiene la velocidad de navegación por internet más rápida del mundo y es el laboratorio más osado de la sociedad de la transparencia, devenida en una especie de “tierra santa” del homo-digital, cuyo celular es una extensión de la mano desde la cual “explora” el mundo. El control panóptico de la sociedad disciplinaria funcionaba a través de la perspectiva lineal de la mirada desde una torre central. Los reclusos no se veían entre sí –ni divisaban al vigilante– y hubieran preferido no ser observados para tener algo de libertad. En cambio el panóptico digital pierde su carácter perspectivista: en la matrix cibernética todos ven a los demás y se exponen para ser vistos. El punto único de control que tenía la mirada analógica desaparece: ahora se observa desde todos los ángulos. Pero el control continúa –de otra manera– y sería aún más efectivo. Porque cada persona entrega a las demás la posibilidad de que su intimidad sea vista, generando una vigilancia mutua. Esta visión total “degrada a la sociedad transparente hasta convertirla en una sociedad de control. Cada uno controla a cada uno”, escribió el filósofo. (...) El ensayo La sociedad de la transparencia termina planteando que el mundo se desarrolla como un gran panóptico donde ningún muro separa el adentro del afuera. | Nel libro “La società della trasparenza” (2012; trad. it. 2014), il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han muove ancora una volta dalla metafora focaultiana del Panopticon per sviluppare il concetto di panottico digitale. Secondo Han i mezzi elettronici — dai social network agli strumenti di Google (Earth, Maps, Glass e Street View) a YouTube — rendono possibile una nuova e totale visibilità, a cominciare dalla sfera privata di ogni persona. L’iperconnessa Corea del Sud è in testa alla classifica mondiale delle nazioni con maggior velocità di navigazione e rappresenta il laboratorio più audace della società della trasparenza, una società diventata una sorta di “Terrasanta” dell’homo digitalis, il cui telefono cellulare costituisce un'estensione della mano attraverso la quale “esplora” il mondo. Il controllo panottico della società disciplinare si basava sulla prospettiva lineare dell’osservazione a partire da una torre centrale. I detenuti non potevano vedersi tra loro, né erano di grado di scorgere il vigilante, e avrebbero preferito non essere sorvegliati per avere un po' di libertà. Il panottico digitale, invece, perde il suo carattere prospettico: nel modello cibernetico tutti vedono tutti e tutti si espongono per essere visti. Il punto di controllo unico dello sguardo analogico scompare: ora si osserva da tutte le angolazioni. Ma la sorveglianza continua, seppur con altre modalità, e risulterebbe ancor più efficace. Si crea una vigilanza reciproca, perché ogni persona dà alle altre la possibilità di guardare all’interno della propria intimità. Tale visione, secondo quanto scrive il filosofo, svilisce la società della trasparenza fino a trasformarla in una società del controllo, dove tutti sorvegliano tutti. [...] Il saggio “La società della trasparenza” si conclude con la considerazione che il mondo si sviluppa come un grande panottico, privo di qualsiasi muro di separazione tra la dimensione interiore e quella esteriore. |